“Quanto accaduto ieri, nel Giorno della Memoria, è vergognoso, intollerabile e inaccettabile. Un insulto alle vittime della Shoah, un insulto ai loro familiari, un insulto alla storia, un insulto sul quale non si può tacere!”.
Attacca così in una nota Stefania Proietti, presidente della Provincia di Perugia e Sindaco di Assisi per commentare la manifestazione dei no vax che ieri hanno manifestato nel centro del capoluogo, come in altre piazze italiane, contro le politiche sanitarie e si sono paragonati agli ebrei stendendo per terra le divise a righe indossate dai reclusi nei campi di sterminio.
“E’ una vergogna senza precedenti – ha continuato la presidente – assimilare le norme anti Covid ai crimini nazisti; mettere sullo stesso piano l’orrore dei campi di concentramento e le norme sulla campagna vaccinale è soltanto folle, frutto di menti deviate che ignorano la bestialità che si consumava nei lager e sfruttano mediaticamente un accoppiamento spregevole.
Paragonare il 27 gennaio 1945, quando al mondo fu svelata la disumanità dell’uomo sull’uomo, al 27 gennaio 2022, giorno di protesta dei no vax, è una provocazione contro la storia e contro le coscienze.
Come istituzioni abbiamo il dovere non solo di esprimere indignazione e rabbia ma di stigmatizzare con forza questi fatti e impegnarci di più e ogni giorno per non dimenticare, per insegnare alle nuove generazioni che la memoria della storia è un patrimonio di tutti, che l’Olocausto è una pagina nera e terribile del nostro passato”.
“Come sindaco di Assisi – aggiunge – mi sento ancora più triste perchè Assisi è stata insignita della medaglia d’oro per aver messo in salvo 300 ebrei, perchè ad Assisi religiosi e laici hanno rischiato di persona per aiutare i perseguitati dall’odio nazista, perchè Assisi vanta tanti Giusti tra i Giusti, perchè Assisi da oltre dieci anni svolge un ruolo prezioso e continuo con il Museo della Memoria dove sono conservati racconti, testimonianze e storie di persone legate all’orrore dell’Olocausto.
Chi disprezza e infanga il ricordo di coloro che per l’odio nazista e fascista sono morti nei campi di concentramento offende la memoria di tanti popoli e non merita di essere chiamato uomo.
Gli organizzatori di questa indicibile dimostrazione di mancanza di intelligenza e buon senso devono solo vergognarsi e chiedere scusa immediatamente a tutti coloro, vivi e morti, che hanno offeso.”